In ufficio, a casa, in auto, sui mezzi pubblici e pure al supermercato. Anche gli appassionati del caldo si lasciano tentare da qualche ora di refrigerio all’aria condizionata. Ma, nonostante la sensazione di benessere, lo sbalzo termico a cui costringiamo il nostro organismo può provocare cefalee, contratture, raffreddori, polmoniti e bronchiti.
Gli sbalzi di temperatura interferiscono con i naturali meccanismi di difesa dell’apparato respiratorio, paralizzando in particolare il sistema muco-ciliare, che ha lo scopo di intrappolare polveri e corpi estranei penetrati all’interno ed espellerli attraverso attività riflesse come la tosse o lo starnuto. In questo modo, l’organismo è meno organizzato a combattere virus e batteri per cui possono insorgere raffreddori, mal di gola e bronchiti. Ma il freddo improvviso può essere la causa anche di dolori addominali, articolari e muscolari, come mal di pancia, mal di schiena e torcicollo.
DIFFERENZA DI 5-6 GRADI
Per rinfrescarsi senza malanni, bisogna evitare che la differenza fra temperatura interna ed esterna superi i 5-6°. La sensazione deve essere confortevole ma senza esagerare. Una buona norma è regolare il nostro condizionatore tra i 25° e i 27° durante la giornata, mentre di notte – quando la temperatura corporea scende con la riduzione del metabolismo – è consigliabile alzarla di un paio di gradi.
Soprattutto i soggetti costretti a letto, non essendo in grado di allontanarsi dalla fonte di raffreddamento in autonomia o magari di comunicare con chiarezza la sensazione avvertita, non dovrebbero vivere in ambienti con temperature inferiori a 24°. In generale, quando si usano apparecchi di condizionamento portatili, il getto d’aria va rivolto lontano dalle persone che soggiornano nel locale.
REGOLARE L’UMIDITÀ
Prima ancora della temperatura, ciò che provoca la sensazione di calore in estate è l’umidità. Il segreto è non eliminarla completamente, ma lasciarla assestata in un intervallo compreso tra il 40 e il 60 per cento. Se infatti un’aria eccessivamente umida può creare difficoltà respiratorie ed eccesso di secrezioni bronchiali, d’altra parte un’aria troppo asciutta può generare secchezza delle fauci (quindi possibili mal di gola) e crisi asmatiche. In compenso, quando il tasso di umidità è superiore al 70 per cento, il sudore non evapora e rimane sulla pelle, causando la tipica e fastidiosa sensazione di “appiccicoso”.
NO AI PASSAGGI BRUSCHI
Un altro pericolo si nasconde nel passaggio in tempi brevi da temperature molto elevate a temperature molto basse, ad esempio entrando e uscendo da esercizi pubblici o dall’auto senza il necessario adattamento. Il consiglio è quello di portare sempre con sé golfini o altri indumenti da indossare negli ambienti più freddi. Ma le variazioni termiche improvvise possono essere subite anche posizionandosi vicino alle sorgenti di raffreddamento dell’aria, ad esempio se la scrivania a cui si lavora o il letto sono posizionati in prossimità della grata del condizionatore, con il rischio di sviluppare contratture localizzate (rigidità, dolore) nelle aree sottoposte al getto diretto, solitamente collo, spalle e schiena. Chi soffre abitualmente di mal di testa potrebbe accusare un attacco di cefalea, che può derivare da problemi di sinusite, ma anche dalla tensione dei muscoli del collo e dalle brusche variazioni di temperatura tra esterno e interno.
VIRUS IN AGGUATO
Un’ultima minaccia è rappresenta da pollini, acari e microrganismi di vario tipo (batteri, funghi, muffe) che prosperano negli ambienti umidi e possono annidarsi nelle condotte dell’aria condizionata. I sistemi moderni con filtri hanno minimizzato il rischio della loro veicolazione, mentre quelli che prevedevano la raccolta dell’acqua in vaschetta comportavano un maggiore pericolo. Molti hanno ancora in mente l’epidemia di legionella che, nell’estate del 1976, si diffuse tra i Legionari americani a causa di un batterio atipico che era stato sprigionato proprio dall’impianto di condizionamento dell’albergo che ne ospitava la riunione.
Se gli impianti di ultima generazione hanno ridotto al minimo la trasmissione di particelle nocive, è comunque bene sostituire periodicamente i filtri o pulirli con regolarità secondo le indicazioni del libretto di istruzioni. In linea generale, la pulizia va effettuata sicuramente prima di avviare l’impianto e, successivamente, una volta al mese.
CARO VECCHIO VENTILATORE
A differenza dei condizionatori, i ventilatori non abbassano la temperatura né modificano l’umidità dell’aria. Quando la colonnina di mercurio si impenna, il loro utilizzo concede un sollievo immediato perché l’aria che viene mossa fa evaporare il sudore e riequilibra la naturale termoregolazione. Per evitare il rischio di disidratazione, occorre posizionarli a debita distanza e soprattutto non indirizzarli direttamente sul corpo, specie nel caso di persone malate costrette a letto. Per un’analisi più completa delle differenze con il condizionatore è possibile vedere questa guida su Ilcondizionatoreportatile.com. Da preferire sono i ventilatori da soffitto, che muovono una grande massa d’aria e la distribuiscono uniformemente, senza colpirci direttamente.