Una corretta manutenzione periodica della propria lavatrice è di fondamentale importanza sia per la nostra salute che… per il nostro portafoglio.
Mantenere in perfetto stato la propria lavatrice significa prevenire noiose e costose riparazioni tecniche dovute ai danni prodotti dalle incrostazioni, ma anche evitare che la lavatrice diventi l’ambiente ideale di microorganismi in grado di infettare o quantomeno rovinare ogni nostro bucato.
In questa guida spieghiamo come effettuare la manutenzione della lavatrice. Se il problema è invece nella centrifuga, è possibile fare riferimento a questa guida sul sito Riparare.net.
La guarnizione presenta degli annerimenti?
Il filtro e la sede di questo è ricoperto di una patina bianca?
Si trovano macchie nere strane sul bucato appena fatto?
Risulta essere giunto il momento di dare una bella lavata alla nostra lavatrice!.
Ormai è diventata quasi una moda, lavare il più possibile a temperature basse e con cicli veloci, per risparmiare.
Risulta essere vero, i tessuti odierni non richiedono più temperature di “cottura” di una volta, ma… erroneamente si pensa che in questo modo, lavando a temperature “mediterranee”, la lavatrice “viva di più”, quando, in realtà, è vero l’opposto.
Lavando sempre ed esclusivamente a temperature non superiori ai 60° non solo si favorisce il deposto di detersivo insoluto, ma non si sanifica neanche la componentistica della lavatrice direttamente o indirettamente a contatto con la biancheria… perché?
Prima di tutti, i lavaggi a temperature basse sono veloci e quelli preferiti dalla media, spesso, non superano i 30 minuti (talvolta risciacqui inclusi).
Risulta essere vero, le moderne lavatrici in classe A offrono (per legge) cicli a 40° e a 60° interminabili, ma… chi metterebbe a “tritare” letteralmente 3-4 paia di pantaloni preziosi per più di 2 ore?
Rispettando le dosi, senza eccedere, occorrono 5-10 minuti al detersivo in polvere per sciogliersi completamente e circa 1-2 minuti a quello liquido.
Dopo diversi cicli a temperature basse sorge sempre il problema, ovvero, iniziano a proliferare i microrganismi… da dove vengono?
Semplice, dai tessuti che si lavano, dall’acqua, dall’aria.
Sono resistenti ai detersivi ed alle temperature basse, col lavaggio (ed ovviamente coi risciacqui) si insediano all’interno della lavatrice, sotto e dietro al soffietto, nelle tubazioni etc etc…
Quando la muffa raggiunge stratificazioni stratosferiche, inizia a staccarsi, depositandosi sui tessuti e dando origine a macchioline nere.
Per quanto riguarda le incrostazioni calcaree, se l’acqua che usa la tua lavatrice è dura… a lungo andare si formano depositi di calcare, quindi urge decalcificazione.
Non serve a nulla mettere l’anticalcare ad ogni lavaggio!!!
Il bucato si lava con PH leggermente alcalino (8-9), mentre il calcare si elimina con PH acidi (2-4).
Quindi… o l’uno o l’altro!
Ogni detersivo ha dei sequestranti, non a caso vi è un dosaggio diverso da rispettare a seconda della durezza dell’acqua.
Andando a leggere la composizione chimica degli anticalcare si deduce che, in realtà, sono semplici detersivi muniti di ulteriori sequestranti.
E per finire, col costo di una confezione di anticalcare… si copre la spesa elettrica di almeno 5-6 cicli di disincrostazione!
Soluzione?
Definirlo come semplice “ciclo di pulizia”, come molti su youtube ed altrove fanno, è troppo generico.
Cosa si intende PULIRE in una lavatrice che, per sua funzione, è “abituata” a PULIRE?
Per di più, pulire la lavatrice col sapone più o meno specifico in un ciclo a vuoto?
Non lo trovate insensato già solo a pensarlo?
Di fatti, è inutile.
È a tutti gli effetti uno spreco bello, buono, superfluo, inutile.
Il rimedio contro le incrostazioni
Trattiamo diversamente i veri ed unici problemi della lavatrice, che sono solo DUE!
Separiamo il problema “incrostazioni” dal problema “igienico”.
Per quanto riguarda il problema delle incrostazioni, è più che sufficiente eseguire una bella decalcificazione.
Per tale operazione NON ESISTE PRODOTTO MIGLIORE DELL’ACIDO CITRICO PURO.
Io e diversi amici tecnici lo adoperiamo e CONSIGLIAMO fermamente, in quanto sicuro e decisamente efficace, senza troppi fronzoli.
Piccola parentesi in corsivo, tanto per saperne di più:
-in piccole quantità (dal 3 al 6%) lo si trova negli agrumi, in particolare nel limone;
-è il conservante numero uno di molti preparati e/o inscatolati alimentari…
-è il regolatore di pH ottimale nell’industri alimentare;
-è presente e fodamentale nel essere umano.
in sostanza è praticamente innoquo per l’essere umano anche in forma pura (ha un sapore molto aspro, più di 5 gr non si riesce ad ingoiarlo e… 3 cucchiaini, 15 grammi, non fanno nulla!), al contrario dell’ACIDO FOSFORICO, “principio attivo” di diversi prodotti decalcificanti.
Dove rimediare l’acido citrico?
Come procedere col ciclo di disincrostazione?
Basta andare in farmacia, procurarsi dell’acido citrico (anche quello alimentare va bene), quindi avviare un lavaggio (senza prelavaggio) a 90° con 100-150 grammi di acido citrico.
Nelle lavatrici più datate, il costo “energetico” di tale operazione A VUOTO (ovvero senza caricare biancheria) non supera i 0,70€!
100-150 grammi di acido citrico, lavaggio a vuoto a 90°:
– 3 o 4 volte l’anno per acqua dura o molto dura;
– 2 volte l’anno per acqua media
– 1 volta l’anno (o ogni 2 anni) per acqua dolce o molto dolce.
Quindi, potere tenere sotto controllo la situazione mettendo nella vaschetta dell’ammorbidente, al posto o insieme a questo mezzo cucchiaino di acido citrico ogni 2 o 3 lavaggi.
L’acido citrico non danneggia i tessuti, se di buona qualità lascia un leggero odore frizzantino di limone, è ecologico al 100% e tiene sotto controllo i depositi calcarei.
Oppure, potete riempire la vaschetta dell’ammorbidente con del comune aceto!
Al contrario di quanto di possa pensare, non lascia affatto cattivi odori, anzi, amplifica il profumo del detersivo; inoltre, contenendo circa il 6% di acido acetico, aiuta a prevenire i depositi calcarei.
Questione igiene
A differenza del ciclo di disincrostazione, il ciclo igienizzate può essere eseguito con la biancheria in lavatrice!
È possibile evitare il ciclo igienizzante SOLO con un semplicissimo accorgimento nella routine del bucato casalingo, una volta ogni una o due settimane, una bel carico bianco (il vecchio BUCATO GROSSO delle nonne) a cestello pieno e si lava prima tutto a 90 gradi, poi, un bel candeggio a freddo…
Solo rispettando questa semplice regoletta non servirà MAI eseguire il ciclo igienizzante.
La biancheria uscirà sempre pulitissima e profumata, ma al tempo stesso la lavatrice rimarrà a lungo igienicamente perfetta e… non sprecherete “a vuoto” un lavaggio a 90°!
Se invece si preferisce fare sempre il bucato a basse temperature… il ciclo igienizzante è necessario.
Una volta ogni 2-3 mesi eseguire un ciclo di lavaggio a vuoto (senza biancheria) a 90° con 100-150 ml di varechina per disinfettare il tutto.
La scelta, quindi, è se sprecare o meno un lavaggio a 90°.
Sostituire la varechina con del bicarbonato non dà affatto lo stesso risultato (diffidate da chi lo afferma); è in grado di rendere l’acqua più alcalina, quindi potenzialmente più sgrassante, tutto qui!
Buone le sue caratteristiche deodoranti, ma definirlo igienizzante è fuori luogo, l’acqua bollettente (quindi il vapore) ha decisamente più efficacia.
Il carbonato di sodio (Soda Solvay, non la soda caustica!), più forte del bicarbonato di sodio, è un potente sgrassante a temperature superiori ai 50° (ottimo per potenziare il detersivo), ma, anche in questo caso, non è un prodotto igienizzante.
Seguendo questi consigli è possibile mantenere la lavatrice in buono stato.