Quando le piante incominciano a mettere i germogli si asportano quelli mal situati che non dovranno costituire le branche principali e si rispettano invece quelli disposti bene. Quindi bisogna eseguire la potatura in maniera esatta. Con questa guida ti illustrerò in maniera dettagliata tutti i criteri di potatura e le regole generali di potatura.
POTATURA DI ALLEVAMENTO
Con la potatura di allevamento si da alla pianta la forma che si desidera. Nell’eseguire questa potatura abbi cura di fare tagli piccoli in modo da non ferire gravemente l’albero. Le forme che si danno alle piante arboree si distinguono in libere e appoggiate. Le principali forme libere sono: a vaso e a piramide. Le principali forme appoggiate sono a cordone e palmetta.
FORMA A VASO
Questa forma si dice a pieno vento quando la biforcazione dei rami è distante da terra circa 2 m, a mezzo vento quando questa distanza è di circa 1 m e a vaso basso quando la istanza suddetta è ridotta a meno di mezzo metro. Per formare il vaso si taglia il fusto all’altezza voluta; dei getti che si svilupperanno in prossimità del taglio se ne lasciano tre ben disposti, cioè presso a poco ugualmente distanti tra loro. L’anno successivo si mozzeranno ad una lunghezza di circa 20-30 cm al disopra di due gemme rivolte lateralmente cioè non verso il centro della pianta e nemmeno verso l’esterno.
Nell’anno successivo si continua a operare nello stesso modo sulle ramificazioni nate da queste gemme, in modo che alla fine di quattro anni si ha l’albero a forma di coppa o vaso, forma adatta a piante allevate isolatamente o distanziate dalle altre. Ad alto fusto si allevano il melo, il ciliegio, il fico, il mandorlo, l’olivo, il noce,il pero, il pesco, il susino. A mezzo fusto si allevano l’albicocco, il ciliegio, il cotogno, il nespolo, il susino, il melo. A vaso basso si allevano il pesco, il pero (innestato sul cotogno) e il melo (innestato sul dolcino o sul paradiso).
FORMA A PIRAMIDE
Questa forma è composta da un asse principale o fusto alto meno di 5 m e di branche laterali disposte intorno ad esso. Queste branche partono da un’altezza di 30-35 cm da terra, e giungono fino alla sommità del fusto; hanno una lunghezza decrescente dal basso verso l’alto e una inclinazione media di 45 gradi in modo che la pianta assume la forma di piramide o di cono. Per ottenerla si deve aver cura di allevare verticalmente e ben diritto il fusto e ciò si ottiene mozzandolo il primo anno ad un altezza di 50-60 cm da terra sopra una gemma rivolta in direzione opposto all’innesto.
Nell’anno successivo si taglierà il prolungamento ad una lunghezza di 50 cm e questa volta sopra una gemma rivolta verso l’innesto e cosi via. Scegliendo così alternativamente le posizioni delle gemme che danno i prolungamenti del fusto lo si ottiene diritto e verticale. Si regolerà lo sviluppo delle branche laterali, che non dovranno avere biforcazioni, ad eccezione che nei punti dove vi sono dei vuoti,spuntandole, mozzandole al di sopra di gemme rivolte verso l’esterno e con le operazioni di potatura estiva.
FORMA A CORDONE
I cordoni possono essere verticali, orizzontali e obliqui. Il cordone verticale è costituito da un semplice fusto diritto e verticale che si ottiene seguendo le stesse norme già dette per il fusto della piramide. Esso presenta lateralmente, per tutta la sua lunghezza piccole ramificazioni legnose e fruttifere. Questa forma è appoggiata a muri o sostegni. Il cordone orizzontale è costituito da un fusto piegato orizzontalmente, può essere unilaterale o semplice, oppure bilaterale, o doppio.
Per formare il cordone orizzontale semplice si piega il fusto sopra a un sostegno orizzontale all’altezza di circa mezzo metro. Per formare quello doppio si mozza il fusto sopra a due gemme, all’altezza di circa mezzo metro; i due germogli che si sviluppano, si piegano uno a destra e uno a sinistra, su di un filo di ferro su cui si legano. Con i cordoni orizzontali si possono recingere le aiuole di piccole frutteti familiari.Con lo stesso procedimento seguito per ottenere il cordone orizzontale, si ottiene il cordone obliquo. Si allevano a cordone il melo (innestato sul dolcino o sul paradiso), e il pero (innestato sul cotogno).
FORMA A PALMETTA
La forma a palmetta è costituita da un fusto su cui sono inserite, a destra e a sinistra, simmetricamente, due o più coppie di branche che portano i rametti fruttiferi. Queste branche possono essere allevate con l’inclinazione di 45° rispetto al fusto, perpendicolari al fusto, oppure mantenendole orizzontali per il tratto vicino al fusto e verticali per il tratto estremo. In questo caso la forma è ad U semplice o doppia. Si ha ad U semplice quando da un fusto si dipartono due soli rami; si ha a U doppia quando da un fusto si dipartono quattro rami: due inferiori più lunghi e due della branca superiori più brevi. Per allevare una pianta a palmetta si pota all’altezza di circa mezzo metro sopra a tre gemme, due laterali opposte e una centrale situata davanti. Le due gemme laterali daranno sviluppo a dei germogli che formeranno la prima coppia di branche, la gemma centrale formerà il prolungamento del fusto, che si dirigerà verticalmente.
Si eliminano gli altri germogli. A circa 30 cm dalla prima biforcazione si eseguirà, nello stesso modo, la potatura della branca centrale così che, dopo due anni, si avranno due coppie di branche laterali. Si procederà così a seconda del numero delle branche laterali che si vuole ottenere, avendo cura di legare opportunamente queste branche ad appositi sostegni. Si adatta a palmetta, in particolar modo,il pesco.
POTATURA DI PRODUZIONE
Con la potatura di produzione si mantiene la vigoria e la forma regolare della pianta, spingendola a fruttificare in maggior copia tutti gli anni. Infatti, con questa potatura, si tagliano quelle formazioni non disposte a fruttificare e quelle che, sviluppandosi, porterebbero danni alle parti che fruttificano. La potatura di produzione si distingue in potatura secca o invernale e in potatura verde o estiva.
LA POTATURA SECCA O INVERNALE
La potatura secca si deve fare durante il periodo di riposo delle piante; nelle piante a foglie caduche si pratica durante il periodo in cui sono spoglie, cioè dal novembre al marzo. In ogni caso si deve effettuare quando non vi è pericolo di geli e quando le piante non sono bagnate. Il tempo opportuno è, perciò, o alla fine dell’autunno o alla fine dell’inverno. Inoltre è utile anticipare la potatura delle piante deboli e varietà precoci.
LA POTATURA VERDE O ESTIVA
Si chiama potatura verde quella che viene eseguita sulle parti verdi dei vegetali, cioè su gemme, germogli, tralci, ecc. Essa si compie durante il periodo primaverile ed estivo. Ha lo scopo precipuo di far aumentare la fruttificazione. Le principali operazioni, riguardanti la potatura verde, sono: la spollonatura e la cimatura. La spollonatura consiste nella soppressione di quei polloni sviluppati nei punti non opportuni che, se lasciati, prenderebbero il sopravvento sugli altri rami della pianta.
La cimatura consiste nella asportare la punta di alcuni germogli per concentrare i succhi nutritivi nelle parti che rimangono (come adesempio nella vite) o per favorire lo sviluppo e la formazione di gemme fioriere oppure per impedire un eccessivo sviluppo della pianta. Questaoperazione va eseguita con le mani ed in più volte, a seconda del vigore delle piante. I germogli che si svilupperanno su quelli cimati,e che vengono detti anticipati, verranno anch’essi, successivamente,spuntati (ricimatura).
REGOLE GENERICHE DI POTATURA
Infine eccoti le regole generiche di potatura. Innanzi tutto i tagli devono avere la superficie liscia, a scolo, rivolta dalla parte opposta della gemma vicina; i tagli di rami molto grossi si devono spalmare con mastice; può essere utile intaccare sopra qualche protuberanza, un anno prima della potatura, il ramo grosso da tagliare, onde favorire l’emissione di qualche germoglio; tanto più un ramo è diritto vicino alla verticale e tanto più tende a ingrossare perché è più rifornito degli elementi succhiati dalle radici. Così volendo assottigliare un ramo si pota sopra una gemma rivolta verso l’esterno e viceversa. Considerati Due germogli, uno terminale e uno inferiore, crescerà maggiormente quello terminale perché la gemma terminale richiama più nutrimento delle altre.
Considerati due rami, uno tagliato corto, cioè lasciato con poche gemme, e uno tagliato lungo, cioè con molte gemme, si svilupperà maggiormente il secondo, cioè quello tagliato lungo. Considerati due rami, un primo tagliato corto, e un secondo tagliato lungo, si svilupperanno germogli più vigorosi dal primo, cioè da quello lasciato con poche gemme. La chioma di una pianta si tenga più raccolta nei terreni poveri e piuttosto larga nei terreni fertili. Tanto più un ramosi discosta dalla verticale, cioè tanto più è ostacolata la circolazione della linfa, quanto più abbondante sarà la sua fruttificazione. Mozzando un ramo poco al di sopra di una gemma, il rametto che si sviluppa da questa gemma prenderà una direzione che si avvicina al prolungamento del ramo.
COME ADOPERARE GLI STRUMENTI PER LA POTATURA
Per tagliare con le forbici si inforca il ramo da tagliare tenendo la branca arcuata dello strumento che si trova di fronte alla lama, dalla parte opposta alla porzione di ramo che rimarrà, in modo che l’ammaccatura prodotta dalla branca arcuata si trovi sulla parte del ramo che si asporta. Nel caso del taglio inclinato la lama dovrà eseguire il taglio partendo dalla estremità più bassa. Per facilitare la penetrazione della lama si piegherà leggermente il ramo da tagliare in modo da allargare il tiglio iniziato. Quando i rami da tagliare hanno un diametro maggiore di due centimetri, si userà il seghetto.
I tagli eseguiti con il seghetto si ripassano con un potatoio. Quandosi devono amputare rami più grossi, per impedire il lacerarsi della corteccia lungo i bordi del taglio, allorché la parte da asportare si rovescia con violenza in basso, si consiglia di mozzarli un po’ al disopra del punto in cui deve avvenire il taglio e poi procedere all’amputazione del moncone nel punto preciso. Invece del seghetto si potranno usare il pennato, la roncola o l’accetta. Questi strumenti richiedono un operatore ben destro, perché male adoperati possono produrre gravi ferite alla pianta. In ogni caso i tagli dovranno risultare lisci ed a scolo. Per impedire l’infradiciamento e favorire la cicatrizzazione si spalma la superficie con catrame o con mastice o con minio o con una soluzione concentrata di solfato di rame.