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Patrick Gaubert

Blog di Patrick Gaubert

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Casa

Come Fare la Chiusura della Piscina Dopo l’Estate

Con il finire della stagione estiva si ripresenta, come ogni anno, il problema della pulizia e della chiusura della piscina.
In base alla scelta fatta in questo periodo, cambierà parecchio il lavoro che ci troveremo a svolgere nel periodo primaverile per rimettere in funzione la vasca e prepararla per i tanto desiderati tuffi estivi.

Gli esperti del settore e tutti i maggiori produttori consigliano di non lasciare mai la piscina vuota perché la forza esercitata dal terreno che circonda la vasca, non essendo più contrastata dalla spinta contraria delle migliaia di litri d’acqua, potrebbe portare a cedimenti strutturali. I danni più frequenti sono: infiltrazioni, deformazioni del rivestimento in pvc, scrostamenti.

Dato quindi per certo che la soluzione migliore sia mantenere l’acqua all’interno della vasca, passiamo a illustrare tutte quelle azioni che dobbiamo intraprendere per salvaguardare gli impianti idraulici e i circuiti di filtrazione dell’acqua
aggiungere i regolatori di ph, assicurandoci che il livello sia compreso tra i valori 7,2 e 7,6
diluire il prodotto svernante senza però esagerare con le quantità ( 250/500 ml ogni 10 mc in base alla durezza dell’acqua), poiché al di sotto dei 12-15 gradi centigradi l’attività di alghe e microorganismi si riduce drasticamente
fare circolare acqua nell’impianto per circa 24 ore
aumentare il più possibile il livello dell’acqua
chiudere i circuiti di approvvigionamento e scarico
pulire e controllare lo stato dei prefiltri e dei filtri
se utilizziamo filtri a sabbia dobbiamo verificarne lo stato di salute e, se necessario, sostituire lo strato esausto
richiudere le bocchette di aspirazione degli skimmer
disattivare i circuiti elettrici

Ora che abbiamo messo in sicurezza l’impianto idraulico e la salubrità dell’acqua, rimane da scegliere la tipologia di chiusura invernale che vogliamo adottare: svernamento passivo oppure svernamento attivo.
Lo svernamento passivo consiste nel lasciare lo specchio d’acqua esattamente nello stato in cui si trova, evitando qualsiasi trattamento e rinviando alla primavera successiva le operazioni di ripristino. Questa tecnica è certamente molto più sbrigativa nell’immediato, ma le continue piogge autunnali, la caduta delle foglie e la successiva putrefazione comportano la sostituzione completa del volume d’acqua, con conseguente spesa economica e spreco. La soluzione più efficiente è lo svernamento attivo, che prevede una serie di attenzioni atte a mantenere pulita e salutare l’acqua della piscina anche durante l’inverno.
Se abbiamo deciso di percorrere la seconda strada, non ci rimane altro da fare che applicare la copertura per piscina. Quest’aspetto è da molti considerato di marginale importanza, relegandone il compito ad un banale telone fissato sul bordo vasca. Esistono varie tipologie di coperture: manuali, azionate da motori elettrici, sommerse (scompaiono sotto il bordo vasca) oppure ad impacchettamento esterno.

Qualunque sia il meccanismo di funzionamento, i compiti che le coperture svolgono sono molteplici: mantengono l’acqua sottostante in buono stato (garantendo una riapertura estiva senza brutte sorprese e senza spese aggiuntive) ed evitano la formazione di ristagni e pozze salmastre, accompagnate da rane e altri animali gracchianti. Altro aspetto fondamentale è la messa in sicurezza della zona circostante: durante i tiepidi pomeriggi autunnali i bambini potranno giocare tranquillamente in tutto il giardino, senza rischiare di precipitare nell’acqua gelida. Infine non possono venir trascurati il design e lo stile che le coperture per piscina sono in grado di fornire all’ambiente. Ipotizziamo per un istante di visitare il giardino di una bella casa con pavimento in legno che costeggia il bordo vasca e accompagna gli ospiti fino alla soglia di casa. Una copertura automatica sommersa per piscina, realizzata con doghe rigide, renderebbe l’ambiente circostante molto più armonico e affascinante.

Come ci ricorda il vecchio detto Non rimandare a domani ciò che puoi fare oggi, è di gran lunga più saggio dedicare a fine stagione il giusto tempo alla dismissione e copertura della piscina, piuttosto che affrontare ingenti spese economiche e sprecare migliaia di litri d’acqua alla riapertura estiva.

Come Arredare con gli Specchi

Lo specchio, croce e delizia di quasi tutte le donne e sempre più anche degli uomini. Fin dai tempi più antichi questo oggetto veniva utilizzato per soddisfare la vanità di matrone, regine, giovani in età da marito e vanitosi dandy.

Lo specchio però è sempre stato anche un elemento decorativo per le nostre case. Chi non ha mai visto o posseduto uno specchio antico dalla cornice di legno dorato tutta a ghirigori? Ma ora più che mai questo elemento, considerato indispensabile per fare la barba la mattina o per truccarsi velocemente prima di andare al lavoro, sta diventando un oggetto di design che non necessariamente farà sfoggio di sé solo nel locale da bagno, anche se ce ne sono di bellissimi, magari incorniciati da mosaici multicromatici che ora sono molto in voga nei bagni più glam.

La scelta è infinita e soddisfa tutti i gusti stilistici, da quello in stile pixel art per chi non rinuncia alla tecnologia nemmeno quando si pettina la mattina, a quello con cornice in ecopelle per chi sta attento al rispetto dell’ambiente o con cristalli Swarowsky per chi lo vuole prezioso e luccicante, in legno decapato.

Componibile all’infinito con elementi più piccoli di tutte le forme, persino a cuore. Non esiste angolo della casa dove non possa essere posizionato, a parete o da appoggio, perdendo in qualche modo la sua funzione principale e diventando oggetto di arredo e di design, importante per l’ingresso come biglietto da visita della casa, stiloso per il soggiorno dove sarà inserito come un quadro d’autore, in camera da letto, dove ci si potrà sbizzarrire con le forme e i colori e, perché no, anche nella stanza dei bambini, in materiale infrangibile e con la forma di qualche personaggio dei cartoni.

Come Utilizzare il Condizionatore nel Modo Corretto

In ufficio, a casa, in auto, sui mezzi pubblici e pure al supermercato. Anche gli amanti del caldo si lasciano tentare da qualche ora di refrigerio all’aria condizionata. Ma, nonostante la sensazione di benessere, lo sbalzo termico a cui costringiamo il nostro organismo può provocare cefalee, contratture, raffreddori, polmoniti e bronchiti.
Gli sbalzi di temperatura interferiscono con i naturali meccanismi di difesa dell’apparato respiratorio, paralizzando in particolare il sistema muco-ciliare, che ha lo scopo di intrappolare polveri e corpi estranei penetrati all’interno ed espellerli attraverso attività riflesse come la tosse o lo starnuto. In questo modo, l’organismo è meno organizzato a combattere virus e batteri per cui possono insorgere raffreddori, mal di gola e bronchiti. Ma il freddo improvviso può essere la causa anche di dolori addominali, articolari e muscolari, come mal di pancia, mal di schiena e torcicollo.

DIFFERENZA DI 5-6 GRADI
Per rinfrescarsi senza malanni, bisogna evitare che la differenza fra temperatura interna ed esterna superi i 5-6°. La sensazione deve essere confortevole ma senza esagerare. Una buona norma è regolare il nostro condizionatore tra i 25° e i 27° durante la giornata, mentre di notte – quando la temperatura corporea scende con la riduzione del metabolismo – è consigliabile alzarla di un paio di gradi.
Soprattutto i soggetti costretti a letto, non essendo in grado di allontanarsi dalla fonte di raffreddamento in autonomia o magari di comunicare con chiarezza la sensazione avvertita, non dovrebbero vivere in ambienti con temperature inferiori a 24°. In generale, quando si usano apparecchi di condizionamento portatili, il getto d’aria va rivolto lontano dalle persone che soggiornano nel locale.

REGOLARE L’UMIDITÀ
Prima ancora della temperatura, ciò che provoca la sensazione di calore in estate è l’umidità. Il segreto è non eliminarla completamente, ma lasciarla assestata in un intervallo compreso tra il 40 e il 60 per cento. Se infatti un’aria eccessivamente umida può creare difficoltà respiratorie ed eccesso di secrezioni bronchiali, d’altra parte un’aria troppo asciutta può generare secchezza delle fauci (quindi possibili mal di gola) e crisi asmatiche. In compenso, quando il tasso di umidità è superiore al 70 per cento, il sudore non evapora e rimane sulla pelle, causando la tipica e fastidiosa sensazione di “appiccicoso”.

NO AI PASSAGGI BRUSCHI
Un altro pericolo si nasconde nel passaggio in tempi brevi da temperature molto elevate a temperature molto basse, ad esempio entrando e uscendo da esercizi pubblici o dall’auto senza il necessario adattamento. Il consiglio è quello di portare sempre con sé golfini o altri indumenti da indossare negli ambienti più freddi. Ma le variazioni termiche improvvise possono essere subite anche posizionandosi vicino alle sorgenti di raffreddamento dell’aria, ad esempio se la scrivania a cui si lavora o il letto sono posizionati in prossimità della grata del condizionatore, con il rischio di sviluppare contratture localizzate (rigidità, dolore) nelle aree sottoposte al getto diretto, solitamente collo, spalle e schiena. Chi soffre abitualmente di mal di testa potrebbe accusare un attacco di cefalea, che può derivare da problemi di sinusite, ma anche dalla tensione dei muscoli del collo e dalle brusche variazioni di temperatura tra esterno e interno.

VIRUS IN AGGUATO
Un’ultima minaccia è rappresenta da pollini, acari e microrganismi di vario tipo (batteri, funghi, muffe) che prosperano negli ambienti umidi e possono annidarsi nelle condotte dell’aria condizionata. I sistemi moderni con filtri hanno minimizzato il rischio della loro veicolazione, mentre quelli che prevedevano la raccolta dell’acqua in vaschetta comportavano un maggiore pericolo. Molti hanno ancora in mente l’epidemia di legionella che, nell’estate del 1976, si diffuse tra i Legionari americani a causa di un batterio atipico che era stato sprigionato proprio dall’impianto di condizionamento dell’albergo che ne ospitava la riunione.
Se gli impianti di ultima generazione hanno ridotto al minimo la trasmissione di particelle nocive, è comunque bene sostituire periodicamente i filtri o pulirli con regolarità secondo le indicazioni del libretto di istruzioni. In linea generale, la pulizia va effettuata sicuramente prima di avviare l’impianto e, successivamente, una volta al mese.

CARO VECCHIO VENTILATORE
A differenza dei condizionatori, i ventilatori non abbassano la temperatura né modificano l’umidità dell’aria. Quando la colonnina di mercurio si impenna, il loro utilizzo concede un sollievo immediato perché l’aria che viene mossa fa evaporare il sudore e riequilibra la naturale termoregolazione. Per evitare il rischio di disidratazione, occorre posizionarli a debita distanza e soprattutto non indirizzarli direttamente sul corpo, specie nel caso di persone malate costrette a letto. Per un’analisi più completa delle differenze con il condizionatore è possibile vedere questa guida su Ilcondizionatoreportatile.com. Da preferire sono i ventilatori da soffitto, che muovono una grande massa d’aria e la distribuiscono uniformemente, senza colpirci direttamente.

Come Organizzare i Prodotti per Make Up

Se siete fra quelle che non rinunciano mai al trucco, ma in casa accumulate per anni prodotti make up che non usate mai, scaduti o che addirittura non ricordavate di avere, seguite questi consigli per ottimizzare lo spazio a disposizione ed avere il vostro “angolo beauty” sempre in ordine.

Per cominciare, svuotate tutto ciò che possa contenere prodotti make up: borse, pochette, cassetti, beauty case.

Eliminate i cosmetici inutilizzati o scaduti. Ricordate che, come gli alimenti, anche i prodotti make up, una volta aperti, hanno una scadenza: l’eye-liner e il mascara scadono generalmente dopo 3-5 mesi: i lip gloss e i rossetti dopo 2-3 anni; il fondotinta dura circa 2 anni. Potete, per esempio, porre delle etichette su ogni prodotto con l’indicazione della data di apertura.

Dopo che avete fatto la selezione, decidete dove disporre i cosmetici. Se usate i cassetti del bagno, procuratevi dei contenitori di plastica trasparenti – per vederne meglio il contenuto – o, in alternativa, un separa biancheria. Ricordate di sistemare in fondo al cassetto ciò che utilizzate meno e a portata di mano ciò che usate con più frequenza.
Per trovare con facilità ciò che vi serve, potreste separare i prodotti in base alla tipologia: da una parte fondotinta, primer, cipria, correttore e blush, da un’altra mascara, matite e eyeliner e così via per rossetti e lip gloss.

Fate lo stesso con i pennelli, dividendo quelli che usate per il viso da quelli che usate per stendere gli ombretti. Ricordate di pulirli e disinfettarli di tanto in tanto, perché, soprattutto se tenuti fuori dai cassetti, tendono ad accumulare polvere.

Uno scompartimento a parte sarà, poi, dedicato agli accessori: pinzetta, piegaciglia, temperino, spugnette, creme per il viso, detergenti struccanti e piegaciglia.

Se preferite dedicare un angolo della vostra camera ai prodotti di bellezza e, quindi, avete intenzione di sistemarli sul comò o su un’altro mobile, un’idea originale è quella di ricorrere a tazze e bicchieri colorati per matite, mascara e pennelli e cestini decorativi per ombretti, smalti e così via.

E se il cassetto del bagno o il comò non sufficienti a contenere la vostra mole di trucchi, ricorrete ad una cassettiera di plastica, che potete trovare facilmente nei negozi che vendono prodotti per la casa.

Infine, per chi è solita avere sempre a portata di mano i prodotti make up anche fuori casa, utilizzate una pochette per ciò che non può mancare nella vostra borsa.

Come Pulire i Peli degli Animali in Casa

Questa guida fornisce informazioni su come rimuovere i peli di animali da quasi tutte le superfici.

Inumidire leggermente il palmo della mano. Strofinare la mano sul tessuto con movimenti circolari. I peli inumiditi dalla mano dovrebbero raggrumarsi in piccole palline facili da raccogliere.

Inumidire appena una spugna da cucina. Utilizzare una spugna inumidita per pulire tessuti a pelo corto come moquette e tappezzeria. Inumidire leggermente la superfici. I peli dovrebbero raggrumarsi, in modo da poter essere tolti a mano.

Mettere su un guanto di lattice . Strofinare la superficie con il guanto. Il pelo animale domestico dovrebbe attaccarsi al guanto. Questo funziona anche con i guanti di gomma e i guanti da giardinaggio con rivestimento in gomma sul palmo. Inumidire il guanto o la parte in gomma del guanto per una maggiore efficacia.

Gonfiare un palloncino . Strofinare sulla superficie piena di peli il palloncino gonfio. L’elettricità statica sulla superficie del palloncino attirerà i peli.

Strofinare dei bigodini di velcro sulla superficie sporca di pelo .

Risulta essere possibile utilizzare nastro adesivo per staccare del pelo . Basta avvolgere con qualche giro la mano con il nastro adesivo con la parte adesiva posta verso l esterno e batterla su aree coperte di pelo.

Utilizzare un aspirapolvere per peli di animali tipo questi . Questo rimedio è efficace per i peli di animali domestici particolarmente difficili da rimuovere.

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